Chi pensava che la manovra "lacrime e sangue" imposta ai cittadini greci fosse sufficiente a soddisfare l’appetito insaziabile della BCE e del FMI si stava in tutta evidenza sbagliando. E’ passato poco più di un mese dalla pesante e contestata serie d’interventi destinati a pesare come un macigno sulla qualità di vita della popolazione greca e già il governo di Atene si dimostra pronto a nuovi “sacrifici” volti a raccogliere denaro da devolvere alle banche internazionali.Una volta ripulite a dovere le tasche dei cittadini, non resta che la svendita del territorio e delle principali aziende pubbliche a compratori stranieri (con tutta probabilità gli stessi personaggi che compongono l’azionariato delle banche creditrici) che siano interessati all’acquisto di tranci di Grecia a prezzi da saldo...
Secondo alcune indiscrezioni apparse sul Guardian di Londra e riprese dal Corriere Della Sera, il governo greco si starebbe infatti apprestando a mettere sul mercato alcune fra le isole più belle del Mediterraneo, oltre a svendere ad aziende straniere la rete ferroviaria nazionale e le società pubbliche che gestiscono le risorse idriche del paese.Il territorio, da sempre patrimonio della popolazione greca, destinato ad essere alienato, dovrebbe comprendere ampie porzioni di isole famose quali Mykonos e Rodi, dove gli acquirenti potranno costruire hotel extra lusso e villaggi vacanze a profusione, senza naturalmente alcun vincolo alla cementificazione, ma anche minuscoli atolli fra i circa 6000 sparsi nel Mediterraneo, pronti a diventare proprietà privata del magnate di turno, per cifre “modiche” che non dovrebbero superare i 15 milioni di euro.
La speranza è naturalmente riposta nel fatto che quest’ultima serie di operazioni riesca a placare definitivamente l’onnivora ingordigia dei banchieri. Se le banche infatti non si riterranno ancora soddisfatte e continueranno a reclamare denari, il governo greco rischierebbe davvero di trovarsi in gravi difficoltà. Dopo avere svenduto la sovranità nazionale, i diritti ed i salari dei lavoratori, le aziende pubbliche e perfino le porzioni più ambite del territorio, la guida politica della Grecia potrebbe infatti vedersi costretta a svendere, come ultima risorsa, la libertà dei suoi cittadini, magari cedendoli come schiavi ai padroni dei nuovi resort, sempre alla ricerca di grandi quantitativi di manodopera a costo zero. E quel dì, banche o non banche, la popolazione potrebbe realizzare di averne avuto abbastanza, tanto dell’Europa quanto della grande finanza e dei politici che lavorano al suo servizio.
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