Oggi Formigoni è stato costretto a tirare il freno a mano. Voleva accelerare, invece ha dovuto decelerare. E così, l’odierna seduta della Giunta regionale non ha approvato alcun progetto di legge, ma ascoltato una semplice informativa.
Anzi, Formigoni dichiara pure che non ha “mai pensato” di privatizzare l’acqua pubblica, proponendo lo stesso gioco di parole in cui si era esercitato appena qualche ora prima anche Podestà.
Evidentemente sia l’Anci, che i comitati e noi, ci siamo sognati quella bozza di articolato di legge regionale, su carta intestata dell’assessorato regionale, che avrebbe dovuto andare in discussione nella seduta della Giunta di oggi (che per sicurezza alleghiamo in fondo al testo).
Quella bozza di legge dice che i Comuni vengono esautorati, salvo Milano, e che le competenze in materia passano alle Provincie. Prevede anche che il servizio di erogazione dell’acqua venga aperto ai privati, mediante le gare obbligatorie. Infine, all'articolo 51 preannuncia di fatto anche l'aumento delle tariffe.
In italiano questo si chiama privatizzazione. Quindi, se Formigoni ha cambiato idea, grazie alle proteste di Anci, comitati e opposizioni, beninteso, allora semplicemente rinunci a ogni tentativo di voler anticipare con i fatti compiuti il referendum. Insomma, lasci che decidano liberamente i cittadini.
Ma siccome non ci fidiamo, visti anche i precedenti, riteniamo necessario che non si abbassi la guardia e che si prepari la mobilitazione per l’autunno prossimo
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