MILANO - La autorità sanitarie statunitensi hanno dato il via libera alla vendita negli Usa della cosiddetta pillola del quinto giorno, un "contraccettivo d'emergenza" simile alla pillola del giorno dopo, ma con un'efficacia di maggior durata. La pillola del giorno dopo, infatti, può essere presa entro 72 ore dal rapporto sessuale non protetto, ma la sua maggiore efficacia è nelle 24 ore immediatamente successive. Donne che hanno rapporti sessuali non protetti hanno circa una possibilità su 20 di rimanere incinta. Secondo quanto riportano gli studi di settore, con la pillola del giorno dopo il rischio si riduce a 1 su 40 e con quella del quinto giorno, a 1 su 50.
RISCHIO RIDOTTO - La pillola, a base di ulipristal acetato (Ua), è considerata più efficace nello scongiurare gravidanze rispetto a quella del giorno dopo, basata su levonorgestrel. Studi condotti in Gran Bretagna, i cui risultati sono stati resi noti dalla rivista Lancet a gennaio, hanno dimostrato che il rischio di gravidanza con ulipristal si è ridotto fino a due terzi rispetto al levonorgestrel. La Food and Drug Administation (FDA) ha deciso di autorizzare la vendita dietro prescrizione medica negli Usa della pillola del quinto giorno dopo che due sperimentazioni cliniche hanno dimostrato che «è sicura ed efficace». Ma la FDA ha anche sottolineato che la pillola, prodotta dalla francese Hra Pharma, «non deve essere utilizzata come un comune contraccettivo». «È importante che la FDA abbia preso una decisione basandosi su prove scientifiche e non su motivi politici» ha detto al New York Times, commentando positivamente il via libera Diana Zuckerman, presidente del National Research Center for Women and Families. Negativo invece il commento di But Wendy Wright, presidente di Concerned Women for America, associazione che si oppone all'aborto, secondo cui «il fatto che la FDA abbia atteso fino a tarda notte di un venerdì d'agosto per annunciare il via libera alla pillola, è stata sicuramente una decisione politica».
SITUAZIONE IN ITALIA - Dopo l'ok dell'Agenzia europea per il controllo sui farmaci (Ema), la richiesta di commercializzazione della pillola del quinto giorno dopo è da gennaio all'esame dell'Agenzia Italiana del Farmaco (Aifa). Quest'ultima «può prendere tempo, ma alla fine dovrà dare l'ok alla commercializzazione», spiega il farmacologo Silvio Garattini. Oggi la pillola è in commercio in Gran Bretagna, Francia, Germania e Spagna. «In quanto membro dell'Ema, anche l'Italia si è espressa a favore della commercializzazione del farmaco - ha spiegato Garattini - e di conseguenza è obbligata a dare il via libera alla commercializzazione». La procedura prevede che, nel caso in cui l'azienda presenti la richiesta di autorizzazione all'Aifa, ha diritto ad avere l'autorizzazione entro 90 giorni. Il via libera, osserva Garattini, «può ritardare, ma alla fine deve arrivare. È invece un'altra storia se ci sarà o meno rimborsabilità». La Hra Pharma, che produce anche la pillola del giorno dopo, ha chiesto all'Aifa l'autorizzazione per la commercializzazione in Italia a gennaio. A maggio il ministro della Salute Ferruccio Fazio ha dichiarato che ogni decisione dell'Aifa «è stata sospesa in attesa del parere degli esperti» circa la sua sicurezza e compatibilità con la legge sull'aborto e la contraccezione. Una volta acquisita la valutazione della commissione tecnica-scientifica su questi due punti, il ministro ha dichiarato l'intenzione di chiedere un parere al Consiglio superiore di sanità.
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