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domenica 29 agosto 2010

I 15mila prof licenziati

Aumentano le proteste dei precari che i tagli del governo metteranno alla porta senza poter avere altro che supplenze brevi o addirittura nulla





di FLAVIA AMABILE



Saranno almeno 15-20 mila i prof e maestri non di ruolo che non si vedranno riconfermare la supplenza annuale o fino al temrine delle lezioni, spiega la rivista «Tuttoscuola» in uno studio sui tagli voluti dal governo. L’ultima speranza per questi precari è recuperare almeno le supplenze brevi, quelle che i dirigenti scolastici assegnano per malattie o aspettative dei prof di ruolo, oppure nelle indennità o nei contratti di disponibilità previsti dal decreto salva-precari.


L’allarme è scattato agli inizi di agosto, quando il ministero dell’Istruzione - in ritardo rispetto ai tempi usuali - ha reso noti i dati sulle assunzioni previste per il prossimo anno. E’ stato allora che la realtà si è presentata in tutta la sua cruda drammaticità per i precari, in particolare per quelli del sud: assunzioni azzerate nella scuola primaria (in tutta la Campania, la Puglia, la Sicilia ed in 27 province non se ne effettuerà neanche una) e minime nella secondaria: a Napoli saranno solo 44 i docenti precari a firmare il contratto per il ruolo. A Milano 46, a Firenze 27 e a Torino 25. Nella capitale appena 69. Meglio, comunque che in altri capoluoghi di provincia: a Genova e Venezia 10, a Bologna 9, a Perugia e Catania 8, a Palermo 6, a Parma e Cagliari 2, a Trieste solo 1.


Hanno subito protestato gli uffici scolastici perché i tagli effettivi sono anche superori a quelli previsti che già apparivano esagerati. Lo sostiene il Cosa Scuola Piemonte che parla di 455 cattedre in meno negli istituti superiori (rispetto a un’ipotesi di 142), 124 nelle elementari, 20 nelle medie. Ma in difficoltà ha ammesso di essere anche il responsabile dell’ufficio della provincia di Firenze, Claudio Bacaloni, predisposto «per tempo il quadro delle disponibilità di posti (presunti) per il personale da sistemare», ma il tentativo di semplificare il lavoro «quest’anno è stato frustrato, proprio il 5 agosto, dalla disarmante comunicazione per cui alla nostra provincia (ma non solo ad essa, peraltro) viene assegnato un numero di posti più basso di quello attribuito con l’organico di diritto».


E hanno protestato i precari, e la loro agitazione è destinata ad allargarsi: dalla Sicilia arriverà a Roma domani e coinvolgerà tutte le regioni italiane. «Siamo solo all’inizio - avverte Mimmo Pantaleo, segretario generale della Flc-Cgil - sarà un autunno caldo, e non potrebbe essere diversamente: un esercito di persone è senza lavoro e il ministro ha un atteggiamento di disinteresse». Alla Cisl ieri pomeriggio era in corso una riunione tecnica proprio per elaborare le cifre dei posti cancellati. «Quella dei precari è una protesta non solo comprensibile ma del tutto legittima. Secondo i nostri calcoli più recenti - spiega il segretario generale, Francesco Scrima - quasi 300 mila persone si troveranno senza le supplenze annuali e avranno soltanto le supplenze brevi in cui sperare. E’ una mortificazione della dignità personale di queste persone del tutto inaccettabile».

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