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mercoledì 21 luglio 2010

I violenti sono stati costruiti dallo Stato

Carlo aveva 23 anni. Quella mattina del 20 luglio 2001 è indeciso se andare al mare oppure manifestare per il G8 a Genova. La sua scelta è nota a tutti. Ci sono persone comuni, rappresentanti sindacali, giornalisti, esponenti politici, i black blok e le forze dell’ordine. Ci sono molti scontri. Il corteo dei disobbedienti viene caricato dai carabinieri più volte, già davanti allo stadio Carlini, poi dalla polizia mentre si trova in via Tolemaide. In 48 ore vengono sparati 6200 lacrimogeni. Carlo non ha mai sfondato una vetrina del Mac Donald’s, viveva con la sua compagna e sua figlia. I black bloc è noto incendiano i cassonetti, rompono vetrine. Quel giorno lo fanno. Vengono visti chiacchierare con la polizia, ma nessuno li allontana. Perché?

Tornando a Carlo, arriva a Piazza Alimonda. Un colpo di pistola (forse due), una camionetta passa sul corpo ormai per terra di un ragazzo: gli schiaccia il bacino in retromarcia e gli stinchi quando va avanti. Quel corpo senza vita è di Carlo Giuliani. Da quel momento per la stampa si tratta di un barbone, un ragazzo-padre snaturato, un drogato, un punkkabestia. Haidi Giuliani nel libro “Un anno senza Carlo” 8Castoldi & Baldini) afferma: “Non ho mai chiesto che le persone assumessero completamente il nostro punto di vista, anzi, è assolutamente corretto ed importante che ognuno esprima il proprio punto di vista, però sarebbe meglio che lo esprimesse dopo aver controllato alcuni dati ed dopo essersi documentato a fondo. Ci sono giornali che hanno scritto cose ignominiose con una leggerezza assurda, con un’indifferenza assoluta”. E poi si chiede perché i giornali non fanno mai vedere la foto di Carlo a tre metri dalla camionetta? Carlo si era unito al gruppo solo con una canottiera ed un paio di pantaloncini, l’estintore? Quando si è trovato la pistola puntata l’unico modo per fermare quella pistola era difendersi. Haidi e Giuliano lo sanno bene. Iniziano una ricerca senza sosta per la verità, in cuor loro sanno da subito che non ci saranno molto persone a curare le indagini con l’intento di trovare la verità. Il viso di Carlo lo ricordiamo tutti è una maschera di sangue. Aspettano il processo e poi la loro ricostruzione, i dubbi, le manomissioni di prove, salteranno fuori. Come la strana relazione dell’autopsia che riferisce che sul corpo di Carlo non è stata trovata nessuna frattura. Possibile che un Defender possa passare per due volte su un corpo umano senza lasciare traccia? In Italia verrà tutto archiviato, il carabiniere Mario Placanica si è difeso, anche se dalla foto di Dylan Martinez si vede chiaramente che la pistola non punta in alto. Per Strasburgo l’Italia ha violato l’articolo 2 nella parte relativa agli obblighi procedurali (ad. es. il corpo di Carlo è stato cremato subito dopo l’autopsia).

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