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venerdì 9 luglio 2010

Spagna/ L’aborto diventa un diritto

Oramai in Spagna le donne possono abortire liberamente. Una legge, entrata in vigore lunedì 5 luglio, autorizza le interruzioni di gravidanza alla 14° settimana senza giustificazione, e fino alla 22° settimana se sussiste un rischio per la salute del feto, come ad esempio delle malformazioni.

Fino ad ora la legge autorizzava l’aborto solo in caso di violenza sessuale (alla 12° settimana), di malformazioni del feto (alla 22° settimana), o in caso di “rischio per la salute fisica o mentale della madre” (senza limiti di tempo). La maggior parte degli aborti in Spagna era praticata proprio per “rischi psicologici”. In questi casi si rendeva comunque necessario un colloquio con uno specialista. Secondo i media spagnoli, questa sarebbe stata la soluzione adottata da alcuni medici che avrebbero fatto passare alcuni pazienti per la strada della “fragilità psicologica”, come escamotage per interrompere la gravidanza, anche dietro pagamento di denaro. Dati recenti del Ministero della salute spagnolo dichiarano che durante il 2008 gli aborti praticati sono stati circa 115 000.

Il testo di legge doveva entrare in vigore a partire da lunedì scorso, ma il Tribunale costituzionale ha accettato di riesaminare il ricorso chiesto dall’opposizione di destra, il Patito popolare. Secondo il PP il diritto all’aborto è anticostituzionale, inoltre si viola un articolo secondo il quale “ciascuno ha diritto di vivere”. Il governo spagnolo sembra comunque propendere verso l’attuabilità del testo di legge. Il ministro delle pari opportunità, Bibiano Aido, afferma di non avere nessun dubbio sul fatto che la legge sia assolutamente costituzionale.

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