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martedì 6 luglio 2010

Scusate, gentilmente, si può mandare a casa questo governo?

Scriveva qualche giorno fa Carlo Galli su Repubblica, che «è un luogo comune - ma è anche pieno di verità - che la politica consista nell'agire, nei fatti». Quando questa non agisce e non produce fatti, ma chiacchiere o fatti di cronaca "giudiziaria" o peggio ancora "rosa" di bassissima lega è tempo, per chi questa politica porta avanti, di chiudere bottega. Il caso Brancher - che oggi si è dimesso - è solo l'ultimo di una serie di scandali che ha contraddistinto quest'ultimo (e speriamo davvero che lo sia) governo Berlusconi. Lui non sarà la causa di tutti i mali (ormai usa dire così), ma di certo il suo governo è tra i più insostenibili ambientalmente e socialmente parlando a memoria di italiano dal dopoguerra. Non fosse altro per l'emorragia di annunci e retromarcia, di "refusi", di errori, di correzioni fittizie. Vogliamo parlare della scelta della rinascita del nucleare? Oppure della politica dei condoni? Dei tagli ai Parchi? Dell'ignavia nei confronti del dissesto idrogeologico del nostro Paese? Della drastica riduzione degli incentivi per le fonti energetiche alternative? Delle operazioni "maquillage" dell'Aquila o per i rifiuti campani? Degli interventi sulle pensioni? La politica delle grandi opere? Legge bavaglio? Legittimo impedimento? Non è sparare nel mucchio, vogliamo sfidare qualunque cittadino a produrre un atto concreto fatto da questo governo che non abbia avuto intoppi o si sia arenato. Non è un caso se il ministro Prestigiacomo scopre ogni giorno che le hanno portato via un pezzo di ministero e bilancio. Le sue lamentele e accuse sono tra l'altro tutte condivisibili, ma a questo punto non si capisce se sia ostaggio o vittima del duo Tremonti-Berlusconi e se nel Consiglio dei ministri questa Finanziaria sia mai stata discussa. In un qualsiasi altro Pese (vedi Repubblica Ceca) per molto meno i ministri dell'ambiente, se sono messi nella condizione di non svolgere più il loro lavoro, se ne vanno sbattendo la porta.

Si dirà che è colpa della crisi, che si è dovuto pensare ad altro, ma nella realtà si è pensato a ben poco di più che alle beghe del presidente (scandali sessuali, corruzioni ecc) e del suo entourage (da Scajola a Dell'Utri fino a Brancher per citarne i più famosi). E si dirà ancora che la colpa è del centrosinistra che non ha saputo fare né la parte dell'opposizione, né quella dell'alternativa di governo. Ed è anche vero, ma questa non può essere la stampella per Berlusconi e i suoi fedeli parrocchiani che stanno dimostrando tutta la loro incapacità di fronte a sfide epocali come quelle che il Paese (e con lui tutto il mondo) ha davanti. C'è da far ripartire l'economia riconvertendola all'ecologia e il messaggio arriva addirittura da Oltreoceano (Usa) e l'Italia non può più stare a guardare e men che meno remare contro l'Europa proprio nel momento topico. Qui dovrebbe nascere o rinascere l'alternativa di governo e la prospettiva delle urne dovrebbe rappresentare, secondo noi, quest'occasione quasi irripetibile. L'attuale governo sta implodendo e come abbiamo già sostenuto è una buona notizia. Il tempo è poco ma è nelle difficoltà che si può mostrare la nostra parte migliore. E' quando non sembra esserci più speranza che si accende una luce.

C'è bisogno di un guizzo. Non è un problema di nuovi politici, nuovi partiti, ma di un'idea attorno alla quale fare massa critica. Non copiamo l'idea del leader dal centrodestra perché vinceranno sempre loro. Le idee sono vincenti (o possono essere tali), non le persone (che c'entrano le larghe intese con fini?). Il personalismo è quello che ha fatto perdere alla sinistra la sua virtù. Riconosciamo che i tempi probabilmente non sono maturi, ma quando mai lo saranno di questo passo? Saremo anche dei poveri ingenui, però non ci saranno molte altre occasioni per dimostrare di essere vivi e - francamente - noi abbiamo ancora voglia e voce per farci sentire.

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