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venerdì 30 luglio 2010

Il Pdl è (finalmente) a pezzi

Il Pdl incrinato ha preso il colpo di grazia durante la riunione all’ufficio di presidenza del partito. In meno di un’ora il presidente della Camera Gianfranco Fini è diventato nero su bianco “incompatibile con i principi ispiratori del Popolo della Libertà“. I prinicipi ispiratori del partito dell’amore sono il divieto al dissenso, il divieto all’opposizione e al confronto in particolare su tematiche riguardanti l’ uguaglianza dei cittadini e il rispetto dell’equilibrio dei poteri garantiti dalla Costituzione italiana. Nel Pdl è vietato chiedere legalità, e dovrebbe essere sottinteso elogiare condannati per mafia come i Dell’Utri, oltre che sostenere picciotti di cricche e logge varie nel nome di quell’unità che puzza di regime putinian-comunista.

Nel popolo della libertà l’unica libertà se la prende l’assolutista Silvio Berlusconi, imputato in tre processi per appropriazione indebita e frode fiscale, corruttore di testimoni e di giudici, pluriprescritto e autoassolto oltre che editore e controllore dei principali canali televisivi nazionali da almeno un ventennio.
Il popolo della libertà vorrebbe fregiarsi del potere di far dimettere Fini dalla carica di presidente della Camera. Ma non lo può fare. Infatti Fini ha già dichiarato che non si dimetterà.

Forse, da domani, avremo un parlamento meno assolutista e meno totalitarista. Per ottenere questa scissione nel principale partito di governo e di maggioranza relativa, ci sono volute leggi sempre più fasciste e improponibili, che vanno dal razzismo verso l’immigrazione fino al tentativo di imbavagliare le opinioni dei cittadini su web. Oltre che progetti per azzoppare la giustizia togliendo ai magistrati la facoltà di utilizzare lo strumento efficacissimo delle intercettazioni telefoniche e ambientali. Davvero troppo! non solo per Fini e i finiani. Ma anche per tanti deputati dello stesso Pdl che non ne possono più dei capricci del nano corruttore. Deputati che non dormono sonni tranquilli perché sanno che al di fuori dei palazzi c’è un’Italia in crisi senza soldi, senza prospettive e senza lavoro.

Per chiudere questa orrenda parentesi politica italiana dobbiamo sperare nei franchi tiratori. Il vero cruccio del nano. Infatti, la sceneggiata con Fini “cacciato” è soltanto la foglia di fico al problema vero che riguarda il consenso verso il kapo.
Noi attendiamo fiudiciosi la resa. Il logorio interno al centrodestra potrebbe minare la tenuta del governo ben prima del 2013. Magari tra qualche settimana parleremo di elezioni anticipate. Non so se sarà un sogno o un incubo.

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